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Blog di Salvatore Delio

Un modo arcaico di essere imprenditore. Siamo a Gaeta e chi parla di sicurezza è licenziato.

21 Ottobre 2014 , Scritto da Salvatore Delio

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Il pontile petroli della società ENI S.p.a. a Gaeta in località Peschiera, a soli cinquanta metri dagli abitati e attaccato con la sua radice ad una cooperativa di pescatori.

Per certi capitani di industria del mare la sicurezza è un optional, il profitto è l' unica cosa che conta. Così, nel suo nome, la multinazionale del petrolio impone ad un intero quartiere di oltre duemila abitanti di vivere sotto minaccia continua di incendio e/o esplosione della petroliera non delocalizzando quel terminal al largo.

L' unica parvenza di sicurezza, peraltro inadeguata a preservare l'incolumità degli abitanti, era offerta dalla costante presenza di un rimorchiatore in servizio esclusivo sotto la petroliera in fase di imbarco/sbarco e per tutta la durata della sua sosta.

Ahimè, ragioni che riteniamo giustificabili solo da opportunità economica, hanno indotto a vanificare anche questa misura di intervento in caso di sinistro, poiché recenti disposizioni impartite dalle autorità competenti hanno fatto si che il rimorchiatore addetto a quel servizio può ora essere spostato ad altro compito di assistenza e rimorchio di altre unità nelle altre banchine portuali. Ciò significa che il rimorchiatore in servizio di emergenza al pontile petroli può essere spostato ad operare per l'ingresso della nave militare americana, e durante tutto quel tempo se si verifica un incendio alla petroliera non vi è il rimorchiatore pronto ad assisterla per un rapido allontanamento al largo.

Anziché migliorare le misure di sicurezza per la città ed i suoi cittadini, l' abbiamo peggiorata, e non si capisce in nome di che cosa.

Sono anni che con il comitato PESCHIERA NO PETROLIERA combattiamo contro questa pericolosa assuefazione al rischio che ci impongono omissioni e latitanze dei poteri competenti. Ora anche marittimi in servizio sul rimorchiatore di vigilanza al pontile, che garantirebbero un minimo di sicurezza, denunciano la pericolosità di quel pontile petroli, ma vengono licenziati dai datori di lavoro a causa delle loro dichiarazioni pubbliche sui pericoli che incombono sulla città.

Quegli atti persecutori sono inqualificabili, ove si tenga conto che il ruolo sociale dell' impresa a servizio della sicurezza e dell'ambiente è un bene tutelato anche da precise leggi in materia.

Noi ci associamo a quei marittimi coraggiosi della nostra città che denunciano questo stato di fatti, siamo con essi solidali e speriamo che tutti i gaetani vogliano premiare il loro coraggio con pubbliche manifestazioni di appoggio.

Invitiamo tutti i capitani e direttori di macchina di Gaeta ad esprimere su questo blog il loro parere ed a compiere un atto di amore per la loro città in questa vicenda.

Ai sindacati UILTRASPORTI e FILT/CGIL Lazio - che hanno assunto la difesa di quei lavoratori del mare - chiediamo una forte determinazione perché - per quanto di nostra conoscenza - essi hanno la sola colpa di dare il loro contributo di pensiero e di parola per la sicurezza della loro città e dei suoi cittadini. 

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